Profilo biografico dal libro
"In memoriam Vito Grasso" edito a cura dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest
Vito Grasso
Palermo, 26 aprile 1939 - Bucarest, 6 aprile 2005
1961 diploma di laurea in Lettere presso l'Università di Palermo
1961-1965 assistente volontario presso la Cattedra di storia moderna dell'Università di Palermo
1963-1969 docente presso licei, istituti tecnici e magistrali di Trieste
1969-1972 addetto presso l'Istituto Italiano di Cultura di Ankara; collabora con il Dipartimento d'italiano dell'Università di Ankara; fondatore della rivista di filologia italiana Italyan Filolojisi
1972-1975 rientra a domanda; docente a Trieste
1975-1982 addetto, quindi vicedirettore e direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest
1982-1986 direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam
1986-1991 fondatore e direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Mosca
1991-1992 rientro presso il Ministero degli Affari Esteri, vincitore del concorso di qualifica dell'area della promozione culturale
1992-1998 direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Madrid
1998-2000 direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest
2000-2001 rientro presso il Ministero degli Affari Esteri; vincitore del concorso per dirigenti dell'Area della promozione culturale
2001-2005 direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Bucarest
Onorificenze:
Cavaliere al merito dell'Ordine di Oranje-Nassau (Regno dei Paesi Bassi, 1986) Il merito culturale in grado di Grande Ufficiale (Romania, 2004) Ordine della Stella della Solidarietà Italiana in grado di Grande Ufficiale (Repubblica Italiana, 2005).
Accanto al percorso di carriera sopra citato si potrebbe tracciare anche quello intellettuale con una lista di pubblicazioni. Vito ha scritto poco, per scelta. A discussioni appassionate sull'evoluzione della situazione in URSS, ai veri e propri interrogatori a cui veniva sottoposto, tutte le volte che si tornava in Italia, da parte di amici interessati a capire l'evoluzione della perestroika, cioè, senza retorica, della storia, seguiva sempre la domanda ormai di rito: perché non scrivi? Perché non pubblichi le tue analisi così limpide, razionali, sintetiche? Immancabilmente rispondeva: Oggi si scrive troppo e specialmente scrivono tutti. La tuttologia è ormai di moda.
Eppure, nonostante questa risposta indelebile nella mia memoria, ho deciso di selezionare alcuni suoi testi e di riproporli; appunto perché scriveva di rado, ciò era il risultato di una ricerca appassionante. Attraverso i suoi scritti si delinea un percorso complesso: letteratura, filosofia, storia, mentalità, religioni, però il tutto intrecciato alla realtà vissuta (in quanto per lui non esisteva prodotto intellettuale che non influisse sulla vita).
E bastano queste poche pagine per tracciare un percorso intellettuale? No, di sicuro, perché il suo cammino nel mondo non era concepito come due livelli disgiunti: la vita vissuta e l'attività intellettuale. Le due cose si dovevano fondere per trarre reciproco arricchimento e profitto. E allora in una rapida sequenza annovero alcune esperienze fondamentali vissute in prima persona: l'attività con Danilo Dolci a Cortile Cascino a Palermo, l'attività del circolo di Trieste con Vittorio Vidali, il soccorso ai compagni greci durante la dittatura dei colonnelli con passaggi illegali di frontiera per portare materiale stampato in Italia; ulteriormente, quando per ragioni di lavoro comincia l'iter all'estero, l'attività di supporto agli studenti turchi perseguitati e arrestati subito dopo il colpo di stato, l'aiuto agli intellettuali - e non solo - romeni durante la dittatura di Ceausescu, facendo uscire ed entrare materiale proibito, la rinuncia a rinnovare la tessera del PCI, l'appoggio a dissidenti del regime sovietico.
Molti hanno ricordato l'umanità di Vito il suo alto senso morale ed etico; non parlava mai in pubblico di queste sue esperienze passate, però la sua etica non era una mera dichiarazione di principi, ma soprattutto un modo di agire. Il suo percorso di vita non è stato un percorso di solo impegno concreto, all'inizio politico e poi etico-morale, non è stato un semplice percorso di carriera eseguita con scrupolo e senso dello stato, non è stato un percorso intellettuale realizzatosi attraverso la produzione stampata o la lettura e lo studio. Il tutto si fondeva in lui, in una vita di impegno, in un tutto omogeneo che chiamo appunto, inteso in questa maniera, un percorso intellettuale, frutto di conoscenza e dedizione alle persone, ai valori, agli ideali. E leggendo con attenzione i suoi scritti forse si riesce a cogliere appunto questo tratto nella sua evoluzione. La conoscenza non può mai essere fine a se stessa.
Dana Grasso
Da una lettera di Vito Grasso ad un amico siciliano, 2003
Nel mio caso credo di aver acquisito nel tempo una sempre più profonda compassione nei confronti degli altri e mi è stato utile anche un esercizio vissuto e non teorico di umiltà che è iniziato in modo quasi banale, quando in occasioni pubbliche, pur avendo qualcosa da dire, mi imponevo di non intervenire. La coscienza dei miei limiti, della mia assoluta provvisorietà, della necessariamente scarsa incidenza nello svolgimento complessivo della realtà che mi circonda e l'avere gettato uno sguardo fuori dei confini del locale e del particolarismo, credo mi abbiano aiutato: un giorno mi sono accorto di non sapere nulla o quasi delle nûbâ< arabe. Mi sono sentito molto piccolo e impreparato, ma questo non mi ha depresso, anzi ha risvegliato la mia curiosità ad allargare i confini della conoscenza, pur nella coscienza che essi si sarebbero sempre più dilatati come nell'universo in espansione di Einstein, per cui quanto più cammino fai nel breve tempo che ci rimane, tanto più ti allontani dalle ipotesi di conclusione. Naturalmente, io non possiedo verità assolute né ho nulla da insegnare a nessuno e quello che va bene per me, può non essere adatto ad altri. È comunque un' esperienza personale.
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